Progressioni Economiche 2018. Atto secondo: NO ALL’APPIATTIMENTO SI ALLA MERITOCRAZIA
Si è tenuto oggi il secondo incontro sindacale sui criteri per le progressioni economiche all’interno delle aree, proposti dall’Amministrazione.
La nostra Delegazione, dopo aver sottolineato che il Contratto Collettivo Integrativo di Ministero è ancora in vigore, ha ribadito il proprio disaccordo sull’impianto generale proposto – in particolare perché non riconosce una vera meritocrazia – nonché la mancanza del nuovo contratto integrativo che avesse recepito – in modo coerente e coordinato – anche i nuovi criteri in discussione.
Abbiamo, comunque, rappresentato nello specifico varie criticità, come sulle modalità e sui criteri di valutazione per l’anno 2017, sui punteggi attribuiti ai titoli di studio e all’esperienza professionale, sul mancato riconoscimento delle reali attività svolte, sull’impegno profuso quotidianamente per “fare andare avanti” gli uffici centrali e periferici, sugli incarichi non utilmente riconosciuti (tra i tanti: consegnatari/consegnatari VECA, incarichi ispettivi, componenti commissioni elettorali, componenti gruppi di monitoraggio e controllo sull’accoglienza dei migranti).
Per quanto riguarda, poi, i criteri complessivi che saranno utilizzati per stilare la graduatoria finale, l’Amministrazione, su nostra richiesta, si è riservata di indicarli nel decreto che regolerà le procedure per le progressioni (calcolo per le frazioni di anno di anzianità, parità di punteggio, sanzioni disciplinari, condanne, ecc.) e che saranno oggetto di ulteriore confronto.
Al tavolo abbiamo ottenuto la possibilità di argomentare e di segnalare, anche con “carte alla mano” che sono state consegnate al Capo Dipartimento, il mancato rispetto delle procedure valutative 2017, abbiamo rappresentato le difficoltà dei colleghi dei centri cifra, degli uffici elettorali, del reale mansionismo degli operatori amministrativi, ecc..
Abbiamo ottenuto, altresì, con la costanza e la pressione del nostro Sindacato, l’interesse e la disponibilità all’apertura di un tavolo sui predetti temi e su quanto riterremo necessario per il benessere dei colleghi e per un’amministrazione più meritocratica.
Non dimentichiamoci, infine, che rimane fermo per noi l’intento di giungere alla definizione del c.d. “ruolo speciale” per il personale dell’Amministrazione Civile dell’Interno