NÉ IMPIEGATI DI SERIE “B”, NÉ EROI

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Abbiamo appreso con grande preoccupazione che nel Piano Strategico Nazionale – Vaccinazione anti SARS – COV 2/Covid 19 del 12/12/2020, non è stato inserito nella prima fase vaccinale il Personale Civile del Ministero dell’Interno, così come invece è stato fatto per tutto il resto del Dicastero.

Sarà il segnale che i poliziotti impiegati negli uffici a fianco dei nostri colleghi civili saranno presto adibiti ai loro compiti istituzionali per i quali sono stati assunti e sono pagati?

Sarà così? Oppure è l’ennesima beffa ai danni di una categoria schiacciata da chi fa il bello e il cattivo tempo con il consenso di chi fa finta di fare per non fare nulla?

Speravamo che con una ministra prefetto, che consce più di tanti altri la situazione paradossale del Personale Civile, almeno in questa delicatissima fase si attivasse per tutelare la salute di chi gli ha fatto fare una bella carriera. Niente da fare!

E che speranze possiamo avere nella politica se proprio una ministra che conosce a fondo le nostre problematiche e criticità non si impegna affinché tutto il “suo” personale sia tenuto in considerazione allo stesso modo?

Che senso di tutela epidemiologica ha avere una persona vaccinata e l’altra no in uno stesso ufficio oppure allo stesso sportello nel gestire un’utenza folta e a rischio?

Come disse un collega tanto tempo fa: “Dove finisce la logica inizia la gestione del Personale del Ministero dell’Interno”. Mai è stato così vero come in questa triste vicenda.

Ora, dopo aver riportato in tutte le sedi l’esigenza di estendere già dalla prima fase la tutela vaccinale anche al Personale Civile (quello contrattualizzato in contumacia dalla Triplice sindacale), cosa ci resta da fare?

Fondamentalmente le prerogative a disposizione di un sindacato sono due:

1) denuncia; 2) lotta. Questo comunicato rientra nel primo punto, mentre per il secondo è necessaria la collaborazione dei lavoratori. Nel caso, la lotta è supportata anche dalla norma sulla sicurezza dei lavoratori esposti a rischio, D.lvo. 2008/81, e consiste nella proclamazione dello STATO DI AGITAZIONE seguito dal RIFIUTO DI SVOLGERE UN LAVORO A RISCHIO.

 SE È QUESTO CHE LA MINISTRA E TUTTO IL RESTO DELLO SCODAZZO MINISTERIALE DESIDERANO, QUESTO GLI DAREMO.

 Per quanto ci riguarda faremo fino in fondo il nostro dovere interessando la Stampa nazionale e tutti i social, soprattutto quando si paralizzeranno gli sportelli al pubblico di Prefetture e Questure.

Si fa l’eroe per scelta non per incapacità o scarsa volontà altrui.

E’ profondamente ingiusto continuare a considerarci impiegati di serie B, quando si sa bene che le carriere fortunate della “Casta” si basano soprattutto sul nostro lavoro quotidiano fatto in ogni tempo con scrupolo ed abnegazione.    

CARI COLLEGHI, COMINCIAMO A MOBILITARCI PERCHÉ SE LE GARANZIE NON CE LE CONQUISTIAMO CON LE NOSTRE FORZE, QUA NESSUNO PENSA A NOI.

LA SOLUZIONE IMMEDIATA?

Tutto il personale del Ministero dell’Interno su un unico piano giuridico e contrattuale.

Fash n. 2 – 2021 in formato pdf

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