L’EQUIPARAZIONE DELLA INDENNITÀ
E LA BELLA FACCIA TOSTA DI “QUALCUNO”

Erano i primi anni ’90 quando il prof. Bassanini propose la privatizzazione del pubblico impiego. Il nostro sindacato ancora non esisteva.

E dalle audizioni parlamentari tutti i colleghi che hanno avuto la perizia di andare a controllare all’epoca, hanno potuto leggere che le delegazioni sindacali di CGIL, CISL e UIL dichiararono che “ il personale era concorde con il progetto di privatizzazione proposto ”. Senza fare prima una consultazione. 

Da lì, il primo CCNL trasformò l’Indennità di PS in una generica Indennità di Amministrazione, tagliando il collegamento alla retribuzione del personale di Polizia.

Da lì, per reazione a questo scempio, nacque il Comitato Spontaneo di Agitazione e poi il SURMI che rivendicò la ripubblicizzazione del Personale e, come prima azione legale, propose un ricorso per vedersi continuare a riconoscere l’Indennità di PS, ipocritamente copiato dalle altre sigle, UIL in testa, pur essendo queste la causa di questo enorme danno.

Da allora, abbiamo sempre rivendicato il recupero del 50% dell’Indennità di PS, come un danno che doveva essere compensato, attraverso decine di iniziative che non è possibile dimenticare.

Ora, tramite un paziente lavoro con l’Aran che ha visto coinvolte tutte le sigle, e con una visione globale che ha coinvolto un meccanismo di perequazione (non equiparazione come racconta la UIL) delle varie Indennità di Amministrazione, tramite gli aumenti contrattuali e con un finanziamento aggiuntivo attraverso un DPCM, conosciuto e concordato con tutti, al Ministero dell’Interno il personale ha potuto recuperare il divario perso in più di 20 anni per colpa “loro”.

 Sicuramente è stato un lavoro lungo e coordinato tra i vari sindacati, ma la rivendicazione forte, urlata e perseguita per anni, in molte forme, è stata ed è solo nostra.

Prima ci svendono, e quel parere ne è la prova tangibile, e poi vogliono prendere il merito di aver compensato il danno?

Ci sembra un po’ troppo!