LE PREFETTURE RIDOTTE A 51

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Così possiamo tradurre l’esito della  riunione col Ministro

La riduzione delle Prefetture da 86 a 51, per quanto riguarda le Regioni a Statuto ordinario, è l’unico dato concreto, peraltro intuibile dopo il recente provvedimento del Governo di riduzione delle province, che emerge dalla riunione col Ministro svoltosi ieri pomeriggio.

A queste andranno ad aggiungersi …  circa 10/12Presidi  di sicurezza” (ma non escluso l’aggiungersi di altri)  previsti dalla legge 7 agosto 2012, n.132, per esigenze territoriali legate a particolari esigenze di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica.

Confermati i numeri dei tagli e l’assenza di esuberi complessivi (Flash n. 33 del 4/09/12).

Successivamente si affronterà la questione degli Uffici nelle Regioni a Statuto speciale alle quali è stato concesso maggiore tempo per la riorganizzazione delle province.

Tutto questo, bisogna ricordarlo, mentre la Corte Costituzionale ha deciso di rinviare la pronuncia di incostituzionalità sul provvedimento del Governo di riduzione delle province.

Niente di più insoddisfacente, soprattutto per l’attenzione mostrata più a preservare posizioni dirigenziali e posti funzione piuttosto che della sorte del personale dipendente contrattualizzato.

Pur nella complessità applicativa della norma viene a delinearsi così, come temevamo, quella vaghezza di riordino complessivo delle articolazioni del Ministero dell’Interno – a cominciare dall’esatta definizione dei servizi, funzioni e livelli dotazionali anche degli stessi “Presidi” – che rischia di minare la funzione stessa della nostra Amministrazione e mettere in grave condizioni i lavoratori delle sedi interessate.

Approssimativamente potrebbero essere circa 2.000 i lavoratori coinvolti.

Per quanto ci riguarda ogni passo sarà possibile non prima di aver deciso dell’art. 36 della legge 121/81, non prima di aver dato cioè una risposta ai cittadini sul perché un poliziotto dovrebbe continuare a stare dietro la scrivania (svolgendo mansioni illegittime e con maggiori costi per la collettività), e un impiegato, con 1.200 euro al mese, dovrebbe prendere la valigia e spostarsi.

Rinviando a quanto ripetuto in precedenti comunicati, è comunque essenziale dare concretezza ad ogni utile strumento di salvaguardia cominciando, come il Ministro ci aveva promesso, dall’ immediato recupero dei lavori conclusivi del 2007 sulla legge 121/81 e dando corso immediatamente alla mobilità volontaria nella nostra Amministrazione e nel Comparto. Per la mobilità intercompartimentale attendiamo gli esiti alla Funzione Pubblica.

La cosa certa è che con questa riorganizzazione è in ballo anche un riequilibrio politico non di poco conto al nostro Ministero. L’elemento che soli abbiamo dovuto rilevare è l’assenza nel confronto di una parte necessaria, quella della Polizia di Stato.

In attesa dell’avvio del tavolo tecnico per entrare, insieme con l’Amministrazione, nel concreto della proposta applicativa, per quanto finora si sta delineando al Ministero dell’Interno non possiamo che confermare il nostro pieno stato di agitazione a tutela e garanzia dei colleghi e degli stessi servizi ai cittadini sul territorio.

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