Il disastro del Concorso e l’incapacità dei firmatari del CCNI

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Il disastro del Concorso e l’incapacità dei firmatari del CCNI

Mentre ci apprestiamo a inviare la diffida all’Amministrazione per l’apertura del tavolo della nuova contrattazione integrativa e a presentare la nostra Piattaforma Contrattuale, non possiamo esimerci dal sottolineare le gravi conseguenze dell’incapacità e del dilettantismo dimostrati con il precedente Contratto Collettivo Nazionale Integrativo (CCNI) dell’11 ottobre 2023. Le nostre fondate preoccupazioni, che ci hanno spinto a non firmare quell’accordo, sono state confermate in modo eclatante e disastroso.

Un esempio lampante di questa superficialità è il concorso pubblico per 1.248 funzionari del Ministero dell’Interno. La recente sentenza del Tribunale di Milano ha accertato e dichiarato il carattere discriminatorio dell’art. 2, comma 1, lettera a) del bando di concorso, nella parte in cui ha previsto il requisito della cittadinanza italiana per la partecipazione. La sentenza ha stabilito che nessuna delle attribuzioni del funzionario, definite nel CCNI del personale civile, comporta l’esercizio di poteri autoritativi. Questo aspetto cruciale, tenuto in ombra dall’Amministrazione e dai firmatari dello stesso Accordo, è stato il motivo per cui il ricorso è stato accolto, dimostrando ancora di più l’immobilismo dell’Amministrazione, che persiste con una mentalità “del secolo scorso”.

Il risultato? Un concorso bloccato – o forse annullato, ancora non è dato saperlo con certezza – con conseguente dispendio di energie, risorse economiche e, ancor più grave, la mortificazione delle speranze di migliaia di colleghi candidati che avevano già affrontato le prove scritte. Un vero e proprio capolavoro che la dice lunga sulla “politica del personale civile” portata avanti con il precedente CCNI, intriso di rinvii e lacune:

  • Rinvii e Mancanze: Il CCNI non ha affrontato temi cruciali come i criteri per l’attribuzione dei trattamenti economici correlati alla performance, le indennità per attività disagiate o pericolose, i criteri per l’attribuzione di specifiche responsabilità, e i criteri per il welfare integrativo.
  • Negazione delle Elevate Professionalità: È stata ignorata e rimandata sine die l’Area delle Elevate Professionalità, con un piano assunzionale che le prevede ancora a “0” unità. Questo dimostra la paura dell’Amministrazione verso i cambiamenti, la vera professionalità e le nuove competenze.

È inaccettabile che l’Amministrazione e le sigle sindacali firmatarie (le tre solite più la USB “in forma antagonista”) abbiano sottoscritto un accordo così carente, le cui conseguenze disastrose si palesano anche con il blocco di un concorso pubblico. L’incapacità di valutare tutti gli aspetti, unita al dilettantismo, ha generato un danno enorme non solo per i diretti interessati, ma per l’intera macchina amministrativa.

CONFINTESA FP non ha firmato quel CCNI e non intende accettare ulteriori compromessi al ribasso. Con la nostra piattaforma contrattuale, che presenteremo in questi giorni, intendiamo ribadire con forza la necessità di un CCNI che valorizzi realmente il personale, riconosca le professionalità e metta fine a un sistema che produce solo guai.

Vi invitiamo a sostenere la nostra battaglia per un Ministero dell’Interno che non abbia paura dell’innovazione, della professionalità e del rispetto dei diritti.

#iscrittiprotagonisti   #piccoleazionigrandicambiamenti   #insiemevagliamodipiù

Sentenza 7532025

 

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