CONTRATTO INTEGRATIVO: Cosa si sono “dimenticati”

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2023 – Anno della Realizzazione
Il Contratto Integrativo è un accordo stipulato dal datore di lavoro e dai rappresentanti dei lavoratori, al fine di integrare la disciplina prevista nel CCNL e adattarla alle esigenze dell’Amministrazione Civile dell’Interno.

Se diamo una occhiata al nostro CCNL, scopriamo che, delle materie previste, nel nostro Contratto Integrativo c’è ben poco. Infatti, all’art. 7 vi è l’elenco degli argomenti contrattuali previsti. Riportiamo di seguito solo quelli “dimenticati” dal nostro Contratto Integrativo, dall’elenco presente nel CCNL:

b) i criteri per l’attribuzione dei trattamenti economici correlati alla performance;

d) i criteri per l’attribuzione delle indennità correlate all’effettivo svolgimento di attività disagiate ovvero pericolose o dannose per la salute;

e) i criteri per l’attribuzione delle indennità correlate all’effettivo svolgimento di attività comportanti l’assunzione di specifiche responsabilità;

g) i criteri generali per l’attivazione di piani di welfare integrativo;

k) le linee di indirizzo in materia di salute e sicurezza sul lavoro;

n) il limite individuale annuo delle ore che possono confluire nella banca delle ore, ai sensi dell’art. 27, comma 2, del CCNL 12 febbraio 2018;

o) i criteri per l’individuazione di fasce temporali di flessibilità oraria in entrata e in uscita, al fine di conseguire una maggiore conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare;

q) l’individuazione delle ragioni che permettono di elevare, fino ad ulteriori sei mesi, l’arco temporale su cui è calcolato il limite delle 48 ore settimanali medie, ai sensi dell’art. 17, comma 2, del CCNL 12 febbraio 2018;

s) per le amministrazioni articolate territorialmente, i criteri per la ripartizione del contingente di personale di cui all’art. 46, comma 1, del CCNL 12 febbraio 2018 (diritto allo studio);

t) l’integrazione delle situazioni personali e familiari previste dall’art. 19, comma 9, del CCNL 12 febbraio 2018 in materia di turni di lavoro;

x) gli importi dell’indennità di specifiche responsabilità di cui all’art. 54 (Indennità di specifiche responsabilità);

ab) criteri per la determinazione della retribuzione di risultato del personale dell’Area EP; in tale ambito è altresì definita la misura percentuale di cui all’art. 53, comma 5 (Trattamento economico del personale della nuova Area EP);

ad) riflessi sulla qualità del lavoro e sulla professionalità delle innovazioni tecnologiche inerenti all’organizzazione dei servizi.

Nei flash precedenti abbiamo evidenziato il rinvio dei passaggi verticali e la mancata previsione di un organico per l’Area Elevate Professionalità e con questa terza puntata terminiamo i punti di caduta del favoloso “Contratto Integrativo” firmato dai soliti tre e da un’altra sigla, in modo antagonista (così l’ha definito ma non chiedeteci come si fa a firmare in antagonismo!).

Di contro, in questi giorni è girata una nota, firmata dai Coordinatori Nazionali di CGIL/FP, CISL/FPS, UIL/PA, in cui chiedono al Ministro di intervenire sulla dotazione del FRD (cosa buona e giusta, ma scontata) e di incentivare le assunzioni, cosa già nota perché era noto che stavano partendo gli scorrimenti delle graduatorie RIPAM.

Ma ci pensate che effetto fa scrivere una nota al Ministro per chiedere assunzioni e vedere, il giorno dopo, la pubblicazione del bando di scorrimento delle graduatorie? Sembra proprio il risultato della loro richiesta!

Non c’è niente da fare!

Come comunicazione sindacale e come temi rivendicativi queste sigle sono rimaste agli anni ’90, ignorando ogni innovazione, elevazione e valorizzazione della professionalità, e puntando ai pochi soldi del FRD, che verranno mangiati rapidamente dall’inflazione.

Con questi tre flash sul Contratto Integrativo, abbiamo voluto criticare la “politica del personale civile” messa in atto dall’Amministrazione attraverso il Contratto Integrativo.

Con questi tre flash vogliamo rivolgerci a chi vuole rivendicare, oltre al giusto riconoscimento economico, l’altrettanto sacrosanto riconoscimento professionale, i cui strumenti innovativi che avevamo a disposizione sono stati mortificati o ignorati sull’altare dell’unico tema affrontato, ovvero “dare poco a tutti” perché, come negli anni ’90, si considera il personale civile solo “un gregge da sfamare”, senza aspirazioni, con una dignità solo formale, senza altre finalità che portare le pratiche in giro per i vari uffici.

NOI VOGLIAMO UNA ELEVAZIONE PROFESSIONALE VERA!

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