CCNL: al via le trattative ma il personale dell’Interno rivendica specificità della funzione
Ripartono le trattative per il rinnovo dei contratti di 247 mila dipendenti del Comparto Funzioni Centrali dopo 8 anni di blocco.
Si tratta del primo CCNL delle Funzioni Centrali che, in applicazione della legge Brunetta del 2009, vede accorpati in un unico Comparto il personale di diverse Amministrazioni (dai Ministeri alle Agenzie fiscali, all’INPS, INAIL e altri enti).
Noi qui al Ministero dell’Interno siamo in attesa di qualche novità che possa vedere riconosciuta la nostra funzione specifica che già le altre componenti hanno e che di fatto, stante l’attuale momento, ci vede ultimi pur essendo quelli che in prima fila trattano le materie più delicate di questa Amministrazione, prima fra tutte l’immigrazione.
La Federazione INTESA ha sostenuto dover recuperare la centralità del Contratto Collettivo, sviluppare un nuovo modello di relazioni sindacali e chiarire una volta per tutte quali sono le regole che devono valere per tutti i lavoratori; è ingiustificato il diverso trattamento del medesimo istituto dalle varie Amministrazioni e, purtroppo, non sono né casi isolati né di poco conto … pensiamo alla disciplina delle malattie, delle missioni ecc ecc. La regola deve essere unica e chiara per tutti, senza diverse interpretazioni a danno di alcuni lavoratori. L’occasione che dobbiamo cogliere con questo nuovo Contratto Collettivo è proprio quello di sanare le tante contraddizioni emerse negli anni.
La Federazione Intesa FP ha inteso sottolineare, sin da questa prima riunione, alcuni punti qualificanti la propria piattaforma rivendicativa, in particolare ha rimarcato l’esigenza della revisione di un sistema di classificazione del personale, completamente nuovo, che da una parte, superi e sterilizzi il fenomeno del mansionismo oggi imperante nelle Amministrazioni ed Enti confluiti nel nuovo comparto e dall’altra sblocchi il sistema delle carriere, garantendo il riconoscimento del merito e della professionalità dei lavoratori del comparto.
Si è fortemente rimarcata l’insufficienza delle risorse previste e in buona parte, peraltro, ancora non stanziate, senza sottovalutare la questione che coinvolgerebbe migliaia di lavoratori che, per effetto degli aumenti perderebbero il “bonus Renzi” e sostanzialmente chiuderebbero i conti “in pareggio”!
A fronte sulle ipotesi avanzate dall’ARAN di finanziamento di Welfare aziendale o di forme di incentivo alla Previdenza Complementare, la Federazione Intesa ha sottolineato come i relativi costi non debbano pesare sulle già scarse risorse destinate al rinnovo contrattuale.
È stato anche sottolineato che gli effetti economici del nuovo contratto debbano decorrere dal 1 gennaio 2015.
A chiusura dell’incontro l’ARAN ha preannunciato una nuova convocazione prima della pausa estiva.
Da parte nostra ci impegneremo per ottenere il massimo risultato nel più breve tempo possibile.
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