Caro Ministro ti scrivo…e riscrivo!
Questa la lettera inviata al Ministro Salvini a tutela del personale dei Ruoli Amm. Civ. che ancora chiede a gran voce il riconoscimento della propria presenza specialistica nel Ministero dell’Interno dal 1981!
Roma, 08 luglio 2019 prot. 16
Egr. Sig. Ministro,
dopo aver atteso invano un confronto sulle varie problematiche che penalizzano il Personale Civile del Ministero dell’Interno, torniamo oggi a segnalarLe alcuni di quei problemi e Le chiediamo nuovamente un incontro per meglio evidenziarli e trovare con Lei un percorso condiviso teso a migliorare tutta la situazione.
Il suo impegno a tutela delle Forze dell’Ordine è quotidiano, e noi riteniamo che si possa e si debba fare di più per tutelare chi quotidianamente è vicino ai cittadini, sia a tutela che a difesa, ma auspichiamo un’attenzione anche per il Personale Civile che svolge lavoro amministrativo, fianco a fianco con i tutori dell’ordine pubblico e con altre componenti del nostro Ministero ma con uno status giuridico del tutto diverso e penalizzante.
Siamo ancora in attesa dopo anni (38!), che venga data attuazione all’art. 36 della legge 121/1981.
Non è dignitoso per una categoria di personale del “suo” Ministero essere dei diversi in casa, una casa dove hanno trovato la giusta collocazione, oltre alla Polizia ed ai Vigili del Fuoco, anche i Prefettizi ed il Personale Civile dei Vigili del Fuoco (ex STAC) lasciando alla porta solo ed esclusivamente il Personale Civile.
Sembrava avviato un percorso migliorativo con la firma dell’accordo del 15 febbraio 2018 con l’allora Ministro Minniti, ma si è arenato nonostante gli incontri con il Sottosegretario On. Sibilia e il lavoro presentato alle OO.SS. dal gruppo di lavoro all’uopo istituito.
Ebbene Signor Ministro, il Personale Civile non merita questa disattenzione, esso ha bisogno non solo di risorse economiche ma anche di vedere riconosciuta e valorizzata la sua professionalità al pari delle categorie innanzi citate.
Il disagio è palese. Si parla di necessità di personale nell’ambito delle varie strutture territoriali e centrali ma si prevedono concorsi per un numero di unità inferiore a quello di coloro che andranno in pensione nel corrente anno, mentre, al pari, si bandiscono concorsi in polizia per continuare ad alimentare la già folta schiera di personale di P.S. che svolge impropriamente le mansioni del personale civile (circa 25 mila unità). Le procedure di assunzione sono diverse così come diverse debbono essere le attività per le quali si è assunti, e non trascurabile l’abbattimento dei costi.
Signor Ministro, sul tavolo ci sono molte problematiche irrisolte oltre al citato art. 36 della Legge 121/81, quali il malessere dei colleghi dell’area seconda, per i quali non è previsto alcuna progressione di carriera, ad esempio gli Operatori Amministrativi, che a differenza di un agente di P.S., resteranno tali anche dopo vent’anni, mortificati e demotivati, il loro palese disagio non può passare sotto silenzio! E se continuiamo a fare assunzioni di personale di area terza (che vengono poi inseriti nei ruoli senza adeguata esperienza), non sarà più possibile alcun riconoscimento di carriera per chi ora (e da sempre) si trova bloccato nell’area seconda. Quindi è prioritario affrontare questo problema magari valutando l’utilizzo di graduatorie di concorsi interni già svolti che possano da subito vedere il personale progredire e nel contempo risparmiare denaro/tempo per concorsi esterni.
Ed è urgente affrontare anche la ricollocazione dei Funzionari assunti presso le Commissioni Territoriali; la riorganizzare degli Uffici Cifra, alla luce del nuovo CCNL; il Servizio Elettorale, che vede disparità di trattamento fra le varie sedi territoriali; la ridefinizione delle compiti e procedure per Verifiche di Stato Civile, Ispezioni Elettorali ed Anagrafiche; l’individuazione di una giusta valorizzazione dei Consegnatari/Consegnatari Magazzini VECA, in relazione agli ingenti beni che gestiscono; la tutela e la valorizzazione del personale addetto ai controlli nei centri di accoglienza ed alla stipula dei relativi contratti; la mobilità del personale (negata al pari degli ergastolani) dalle sedi con carenza di organico, pur avendo, nel frattempo, l’Amministrazione proceduto ad assunzioni di personale in sedi con copertura di organico maggiore, ecc….
Come si evince da quanto su esposto, il Personale Civile del Ministro dell’Interno, per le sue peculiarità e specificità non può avere uguale trattamento del personale del Comparto Funzioni Centrali, ma ha bisogno di un riconoscimento tale che da una parte lo motivi ad essere attore nelle molteplici attività del nostro Dicastero e dall’altro venga premiata la sua dedizione al lavoro, la sua professionalità, al pari delle altre componenti innanzi citate, Prefettizi – Polizia – Vigili del Fuoco –Personale Civile dei Vigili del Fuoco.
E’ innegabile che un “ragioniere” dei Vigili del Fuoco ha un trattamento economico/giuridico diverso da un “ragioniere” che lavora in una Prefettura o in una Questura o in un qualunque ufficio del Ministero. Riteniamo che un riallineamento – così come piaceva chiamarlo al suo predecessore – sia indispensabile e non più rinviabile, dato che il Personale Civile contrattualizzato è l’unica categoria di personale che presti la sua attività lavorativa, nel Ministero dell’Interno, senza essere speciale.
Signor Ministro, faccia in modo che il personale percepisca la definizione che da ogni parte si dà al suo Governo e cioè “il Cambiamento” in discontinuità con il passato.
In attesa di una Sua convocazione per un confronto propositivo e costruttivo, che Le chiediamo nuovamente e ci auspichiamo non cada nel vuoto, Le auguriamo buon lavoro.
Il Coordinatore Nazionale
(Vincenzo Di Lalla)