BARI DOCET
SVOLGIAMO FUNZIONI SPECIALI SI O NO?
Un prefetto che nega lo smart working all’ indispensabile Personale Civile
I fatti che si stanno succedendo, sempre più numerosi, per cui molti prefetti e questori indicano come “indifferibili” tutte le funzioni che svolge il Personale Civile di questa Amministrazione, fa ritornare a galla la specificità delle nostre funzioni.
Una realtà persa nel lontano 1997, per effetto della cosiddetta privatizzazione del pubblico impiego che ha visto tenere fuori tutte le componenti della nostra Amministrazione, tranne il Personale Civile contrattualizzato, sia dell’area che del comparto (dirigenti e no, per capirci).
Abbiamo vissuto questa ingiustizia sia per la posizione rigida espressa e mantenuta da parte dei tre sindacati più grossi, sia per una scarsa sensibilità del Personale che ha creduto più alle promesse delle riqualificazioni che a riprenderci una specialità di funzioni che è rimasta nella sostanza, ma ci è stata negata nella norma, inventando un ibrido senza precedenti.
È ARRIVATA L’ORA DI RIVEDERE QUESTE PESSIME SCELTE
Anche alla luce delle decisioni unilaterali di moltissimi dei nostri dirigenti che, ritenendo indifferibili tutte le funzioni svolte dall’Amministrazione, negano l’accesso al Lavoro Agile a tutto il loro personale.
Se, ora come allora, svolgiamo funzioni particolari e specifiche tanto da non poterle svolgere da remoto, vuol dire che il nostro sindacato, (all’epoca si chiamava SURMI) non aveva torto nel chiedere a tutto il personale di appoggiare le sue rivendicazioni per un ritorno ad un riconoscimento di specialità che ci era, e ci è, dovuto.
Ora come allora chiamiamo all’appello tutti coloro che vogliono recuperare quello che ci è stato ingiustamente negato per aiutarci a riprendere quello che è nostro.
COME FARE?
Per primo penalizzando quelle Organizzazioni sindacali che hanno voluto, e vogliono ancora adesso, questa situazione, privandoli del consenso associativo ed elettorale. Infatti, hanno sempre sostenuto che la gran parte del personale voleva la privatizzazione, prova ne era, a parer loro, la grande percentuale di iscritti e di voti acquisiti nelle RSU, mentre sappiamo benissimo che l’iscrizione e il voto dipende da meccanismi molto più semplici, localizzati, personali e minimali che però sono stati rivenduti a media e politica come “un chiaro consenso alla privatizzazione”.
Seconda cosa appoggiando le iniziative che metteremo in atto a breve per riportare sul tavolo della discussione politica e parlamentare la modifica normativa per riprenderci una specificità di funzioni che ci è dovuta.
Questo momento di trasformazioni del rapporto di lavoro e di pandemia è particolarmente favorevole per far ritornare il tema in auge. Ma siccome in democrazia vige sempre la regola del consenso
DIPENDERA’ TUTTO DALLE RISPOSTE CHE RICEVEREMO DAL PERSONALE
LE RISPOSTE CHE AVREMO DA VOI IN TERMINI DI ADESIONI E CONSENSI