ASSUNZIONE DI 550 FUNZIONARI
– LA GOCCIA NEL DESERTO –
Dopo non poche sollecitazioni, si è finalmente tenuta la riunione con l’Amministrazione sui criteri per l’individuazione delle sedi da assegnare ai 550 Funzionari Amministrativi vincitori di concorso pubblico.
La nostra Delegazione trattante, dopo aver ampiamente rappresentato le problematiche che la forte carenza di personale sta causando in tutte le sedi, nel prendere atto che saranno assegnati 320 Funzionari alle Prefetture, 115 alle Questure e 115 agli Uffici centrali, fino alla copertura del 41% della carenza di funzionari in ogni pianta organica, ha formulato alcune proposte sui criteri per l’assegnazione di questo personale:
1) Prima dell’assunzione dare corso ai trasferimenti in attesa.
2) Su richiesta dell’interessato, confermare l’attuale sede di servizio a chi, già in servizio presso Ministero dell’Interno a tempo indeterminato con un diverso profilo professionale, ha partecipato a questo concorso.
3) Solo alla fine procedere alla mobilità da altri Uffici pubblici, assegnando il nuovo personale immesso nelle sedi rimaste sguarnite.
Per quanto riguarda le procedure per l’accesso al Ministero dell’Interno da altri uffici pubblici, l’Amministrazione ha fatto sapere che sono previsti n. 50 Funzionari Economico Finanziari, salvo che il RIPAM non preveda un nuovo concorso pubblico.
Nessuna soddisfazione può essere espressa da questa O.S., non solo per l’esiguità del personale che sarà immesso nei nostri ruoli, ma anche e soprattutto per la scarsa predisposizione al dialogo costruttivo e propositivo che, spesso, fa della Parte Pubblica una delegazione distratta ed arrogante.
Un atteggiamento, questo, che offende non solo i Rappresentanti dei lavoratori che hanno di fronte, ma i lavoratori stessi del Ministero dell’Interno, confermando la scarsa considerazione che hanno di loro e dei loro sacrifici, ignorando volutamente che solo grazie alla loro abnegazione che un’Amministrazione ridotta a lumicino anche per l’inadeguatezza dei propri vertici, può andare avanti.
Non sappiamo per quanto tempo ancora il Ministero dell’Interno riuscirà a resistere in tali condizioni di approssimazione. Siamo sempre più convinti che occorrerà mettere nelle possibilità di salvezza del dicastero anche la speranza in un radicale cambiamento della catena di comando.