10 GIORNI PER UNA RIFORMA
COSA È EMERSO DALL’INCONTRO COL SOTTOSEGRETARIO
Nell’incontro di ieri, 4 giugno 2014, con il Sottosegretario On.le Bocci ed il Capo Gabinetto Prefetto Lamorgese non sono affiorate grandi novità nè tanto meno certezze.
L’elemento essenziale che è emerso è quello che sul nuovo assetto del Ministero dell’Interno, che si sta appunto definendo, ruota anche la riorganizzazione di altre Amministrazioni e ciò a conferma del ruolo centrale delle Prefetture e più in generale del ruolo guida del nostro Ministero nell’ambito della riforma.Altra indicazione fornita dall’Amministrazione e che riteniamo interessante segnalare è che “il Ministero dell’Interno è un’amministrazione complessa, ma omogenea e unitaria” e che “unitarietà e la simmetria tra le diverse componenti rappresenta un profilo essenziale per garantire la funzionalità di attività complesse […]”. In queste affermazioni, scritte nero su bianco, vogliamo vederci i vagiti di una corretta considerazione di tutto il personale – nessuno escluso – che è poi ciò che da tanto rivendichiamo anche attraverso la nostra iniziativa su “Area di Governo e Specialità” e cioè la possibilità di vedere finalmente riconosciuta la specificità per il personale contrattualizzato.
Altro elemento importante evidenziato al tavolo di confronto è la conferma dell’assetto della legge 121/81 e quindi della corrispondenza tra strutture periferiche e presidi operativi deputati alla tutela dell’ordine e sicurezza pubblica e del soccorso tecnico urgente.
La bozza di riarticolazione degli uffici periferici, appena tracciata, prevede una struttura territoriale organizzata su tre livelli funzionali (Regionale, Dipartimentale e Distrettuale) che, se così verrà assunta dal Governo, porterà alla riduzione di molte sedi ma in misura di molto inferiore rispetto a quanto supposto finora
In pratica, si supera il riferimento agli ambiti provinciali e si delineano ambiti territoriali di riferimento con attribuzioni differenziate ed accorpamento di sedi.
Il nuovo assetto della nostra Amministrazione potrebbe dunque prevedere:
– Prefetti regionali (quello del capoluogo di regione) che oltre alle funzioni già attribute al prefetto accentrerebbe le funzioni strategiche di governance e la gestione dei servizi strumentali e logistici;
– Prefetti dipartimentali che assicurano, nell’ambito territoriale di competenza, oltre alle attività istituzionali previste anche funzioni in materia di sviluppo economico-sociale e semplificazione nonché le funzioni residuali strumentali non attribuibili a livello regionale;
– Prefetti distrettuali in quelle aree caratterizzate da particolari criticità (socio-economico, criminalità, calamità, ecc.), al fine di garantire l’esercizio delle funzioni essenziali dello Stato (ordine e sicurezza pubblica , soccorso pubblico, difesa civile, asilo, ecc.).
Nonostante tutto, la nostra Sigla resta estremamente preoccupata perchè, a distanza di appena 10 giorni dalla riforma, di tutto si è parlato tranne che dei dipendenti. Soprattutto di quei colleghi (non meno di 1.000 unità) che rischiano di vedersi colpire direttamente da questa riorganizzazione e di subirne serie conseguenze.
Questo è ciò che a noi maggiormente interessa per evitare che in questo processo di riorganizzazione, con risparmi tutti ancora da stimare, gli unici a rimetterci siano sempre i soliti !
L’Amministrazione ha comunque assicurato di avere tempo fino a dicembre per esaminare nel dettaglio eventuali tagli e riordino degli organici. Nel frattempo il prossimo incontro è stato previsto per il 12 giugno 2014, ad un giorno dal Consiglio del Ministri che dovrà, come anticipato, delineare – attraverso un decreto legge ed un disegno di legge – i tratti della riforma della PA voluta da questo Governo.